Anime Corazzate

Questo non è un sito, è un viaggio e va intrapreso con le casse del pc accese. Dopo aver premuto F11 sulla vostra tastiera ...basterà scorrere in giù. Tutto in questa pagina è come l'acqua d'un ruscello che cerca di arrivare alla mente, al cuore , all'anima.

lunedì, febbraio 27, 2006

Apologia di un virus


Pensare ci fa esseri?
Allucinati da voli di lettere
sbalzate
qua e là,di e da,
con cuori locomotive
nel buio avvolte,
a volte:
sciami di neuroni neutroni
che bomBARdano BAR BAR
atomi sovreccitati
JACKPOT
nell'elettronica era;
televideo non udenti,
radio non vedenti,
a giungere le menti:
non sentimenti.

La congiunzione dei punti
è già invisibilmente tracciata,
ma certo,
non è idea se appare storia;
virus viventi
s'una prima cellula
nell'universo.
Il pianeta deserto
dal passato di foreste:
se una pianta da
ciò che toglie,
che vale la vita virale?

Il capitalista è senza dubbio
efficente e produttivo,
ma è uno di noi,
cancerogeni.

sabato, febbraio 25, 2006

Onda





Nella casa dell'occidente come luogo sociale...
E' tutto prodotto industrialmente,su larga scala:come puo' trasmettersi la buona volontà d'un artigiano,se filtrata da macchine e divisa in una produzione che innesta e distacca l'oggetto,se sconvolta da chi ha ideato quell'oggetto fino al robot che lo finisce?
Certo tutto giunge dalla materia,anzi,tutto è materia....ma non smetto di credere
fermamente che il vino fatto da un paio di mani piuttosto che da un paio d'altre
sia necessariamente differente;sarà l'insieme di irripetibili circostanze e sarà
anche l'ingrediente costituito dall'intento umano a fare la differenza.
Questa estrema e globale mediazione non fa altro che ricordarmi ancora una volta quanto la saggezza popolare sia un calderone enciclopedico di indubbia efficacia...
La quantità è a scapito della qualità,e risalire all' umanità che permea un prodotto è sempre piu' difficile,cosi' come è difficile che essa possa raggiungere il consumatore.
Le cose "su misura" sono notoriamente divenute lusso di pochi e c'è da riflettere su come quella misura ormai sia piu' il denaro che il beneficio alla persona.

Le parole partono come frecce da un arco,lacerano la carne,perforano gli organi;
un'onda gigantesca diventa onda quando la vedo e mi travolge mentre penso:
o. n. d. a.

Non ci si puo' reinventare abitanti delle pendici nepalesi,con una faccia bianca e in mano la birra con nome tedesco(prodotta in Italia),neppure immedesimarsi in uno Zulù è possibile,ma si puo'provare a parlare con un Nepalese,anche a gesti,si puo' osservare il movimento delle sue mani,anche in tv.

Qui il dubbio dello scrittore è:venderò?

E qui viene perpetrato l'omicidio di quello scrittore.

L'onda si ritira dal limite del linguaggio:l'orizzonte che questi occhi vedono.

Tu mi dici che la società fa schifo,che ti provoca conati di spirito al solo pensiero di doverne essere parte,ma questo non è altro che un atteggiamento,il risultato di un'indigestione quotidiana di orrore e vergogna,una delle tante reazioni che si possono avere.

Accendo il televisore e scopro che è scoppiata una guerra,che a due isolati da me hanno sparato a una donna,che una bimba è scomparsa,che il fatto è legato all'informazione e che spesso ha con essa un rapporto di dipendenza.

Non si tratta di fregarsene di tutto!Però mi arrabbio pensando che una mandria nel recinto mastichi bandiere e prenda frustate illusa di poter distrarre la World Trade Organization...Il giorno dopo tutti insieme al concerto,a teatro,al rave,
alla sagra,in disco,al pub:mandria e mandriani,interscambiabili secondo neccessità di forma.
La Globalizzazione è comunque fatta di persone,e l'interazione fra esse è inevitabilmente interazione globale,ecco il punto.

Il benessere di una società è dato dalla somma del benessere degli individui che la compongono,bella equazione vero?Allora sommiamo le popolazioni del cosiddetto terzo mondo e tentiamo un equivalenza con quelle del primo mondo...la società globale vive uno stato di benessere?
Ora scendiamo nel piccolo,giocando anche un po' con la psicologia,proviamo a immaginare la risposta sincera alla domanda sei felice in tutto e per tutto?posta a tutti i componenti di una città,di un quartiere(anche agiato),di un nucleo familiare.
E' un test che puo' fare chiunque,basta chiedere a se stessi e alle prime persone che si hanno intorno.

Allora cancelliamo il debito,d'accordo,fermiamo la guerra,d'accordo,studiamo Marx fino in fondo e applichiamolo mescolato con Ghandi,d'accordo,svestiamoci dei nostri beni e spargiamoli oltre frontiera,d'accordo,ma saremo felici in tutto e per tutto?

Lascio il cinismo in frigo.

Temo sia tardi per la deglobalizzazione e la garanzia di autosufficienza per chiunque.

Ho fede nel fatto che non sarà mai tardi per prendere coscienza che fare bene al mondo nasce dal far bene a se stessi e a gli altri...nel proprio piccolo.

Smettiamola di usare il potere come un arma.

Il sole continuerà a scaldare ancora per un po',l'universo si muove.chiudo gli occhi e vedo astri nel buio.

Respiro,rantolo,procreazione,odore di sangue caldo,pioggia nel bosco.

Suoni di clacson,ruote di carretti,nitriti,odore acre di smog,rumore di onde sulla sabbia.

Pianto di morte,esplosioni,grida,silenzio,aria in cima a un monte,increspature sul lago,odore della polvere da sparo.

Scossa del frigo che s'aziona,terra sotto i piedi nudi,una maglia di lana sulla pelle,una lama che recide la carne,ululati,la luna tra le nuvole.

E via vivendo.

venerdì, febbraio 24, 2006

Viva Zapatero


Dalla mia città è passato Marco, il giornalista
Travaglio e l’ autore di diverse novelle,pardon,cronache sulle rocambolesche avventure giudiziarie del nostro capo del governo:
Cav. Cant. Op. Berlusconi Silvian!!!
Mr. T è stato invitato dall’ottima associazione locale
Apertamenteimperia già organizzatrice in passato di una conferenza sul caso Raiot e promotrice di iniziative a favore dei diritti civili d’ogni essere umano,senza distinzioni;
l’evento è stato costruito attorno alla proiezione di
“Viva Zapatero”:Mooriana fatica di
Sabina Guzzanti
e sagace denuncia dell’assoluta mancanza di libertà di parola
a casa Italia e in azienda Italia.
Io non ero presente…il 21 febbraio alle 20.15 ingozzavo spaghetti e televisionavo le winter olympics,
fico vero?‘pito?
Vidi V.Z. mesi fa,appena qualcuno ebbe la brillante idea di pubblicarlo sull’unico media veramente libero(ma controllato) che a nuove restrizioni risponde con nuove vie di fuga:la rete informatica…quindi…già sapevo,soprattutto grazie ad un altro evento di
Apertamenteimperia, una conferenza di presentazione dei libri di Sabina e Marco avvenuto subito dopo la messa al bando di Raiot(programma di satira “scomoda” della Guzzanti negato dalla tv di stato subito dopo il primo episodio).
La presentazione di “Bananas” e del “Diario di Sabna Guzz” è avvenuta a Imperia il 16 gennaio 2003 al polo universitario:
"in una vergine aula magna è presente una folla variegata,qualcuno con il cervello in centro,qualcuno con il cuore a sinistra,qualcuno con il fegato anarchico e piacevolmente nessuno senza cuore cervello o fegato… La bella
Sabina che quando ingrogia gli occhi mi stende e il folletto Travaglio che tira scudisciate a Silvian(così vere che potrebbe innocentemente gridare Forza Italia allo stadio) parlano di Raiot a ferro ancora caldo e in un certo senso si sta vivendo l’embrione di Viva Zapatero…" E’ stato bello,educativo,mi sono sentito parte di qualcosa…ma… La percezione che ho avuto in uscita è stata la solita spettacolarizzazione dell’esperienza, letta negli occhi soprattutto di chi vive una vita overcalcolata,meno in quelli di coloro che sedevano sul pavimento in prima fila e piu’ in quelli di chi ha il culo sempre al caldo…
Occhi che si chiedevano:Sabina,a quando in tv? E Santoro?
Io mi son chiesto:Sabina, a quando in pizzeria?e in studio di registrazione? Ma d’altronde egoslego e sono anarcoindividualista…

In conclusione…guardate Viva Zapatero,
ne vale la penna,e poi Sabi è così affascinante e Mark è un bel ragazzo!
Dove si trova?
Come?
Ma siamo su internet no?

martedì, febbraio 21, 2006

Riflessioni solitarie al tavolo di un' osteria.


Gli argomenti paiono scadenti,
scarseggiano di profondità,
galleggiando sull’acqua bolgia
la folla s’accorpa attorno al solito:
non c’è tempo per destarsi,
nemmeno per restar quieti;
ci sguardiamo negli occhi
parlando senza dir nulla.

Che c’è da dirsi in fondo
a questo viale usuale
e sempre uguale:
accompagnati a parole
fino alla solita,certa,
indifferenza.
Nascondersi ,
sembra la via migliore,
nell’omologazione obliante,
nell’allegria di felice apparenza;

ma,
qualcosa resta insoluto,bussa
e insiste,nella solitudine
paradosso della folla
vociante;
qualcosa s’impone
sull’attenzione disturbata
dal giudizio,
su facce mosse da derisione,
sul rumore insolito
della calma nervosa:
… è la voglia …
di fuoriuscire dal guscio
dalla carne e dai concetti,
amati, distorti.

Violenta è la reazione
al sentir nulla,
volontà al distruggersi
per ritrovarsi,
devastante è la reazione
al fasullo mutamento
di un colore virtuale;
la miseria dell’ignavia
o la gloria?
d’essere puramente malvagi,
d’essere infinitamente buoni.

L’animo l’anima l’umore,
ciò che di ognuno
percepisce ciascuno,
l’inizio e la fine
d’ogni malessere,
è saper volare piu’ in alto?
In quest’attimo tutto già visto
già scritto,vissuto,
dov’è andato lo stupore?

(Seppellito da comodità
usa e getta e
amici a tempo determinato)

E’ di moda chiamar etica
L’assennata moralità imperante
che solleva odi di massa
e spettacolari guerre,
ma è semireligione
brutalmente simpatica
e per famiglie,
proibizionismo da supermarket,
è il buon senso comune,
ove non è piu’ rosso il sangue,
non c’è odore intenso
di carne,
non è piu anima
il pasto che chiamiamo
animale:
quest’alterazione
aliena,
definisce la civiltà.

Quant’è ovvio
che questo progresso
non è l’unico possibile
nel procreare e prepararsi
ad una degna morte…
quanto stupidi questi pensieri
da giovane occidentale,
quante docili menti
stuprate
da stereotipi di normalità
vedranno,
ora che i maestri
non hanno più discepoli.
Quanti fuochi spenti,
ancora prima
di poterci riscaldare.

Tutti qui i patrioti
del paesello vestiti
e parlanti come grilli
nel prato d’estate.

Puoi nasconderti nel centro d’un mercato,
se vuoi,
e non avere patria
ne paese,
nessuna veste e nessuna parola,

nessuna veste e nessuna parola,
ne patria o paese
riuscirà,
se vuoi,
a nascondersi nel centro di un mercato.

Padri del Millennio


Predicata a J.k.Rowling


Et voilà l’hanno venduto!
Mondo artificialmente colorato,
in deficit la mente l’ha acquisito
e come al solito gli ha creduto.
È tutto ciò che hai sempre saputo:
il miglior modo per restare muto,
nascondersi dietro a un divieto;
sembra troppo duro da accettare,
ma l’ho già accettato.
Tutto cio’ che c’è intorno a te
tg4 o tg3
vita in diretta o billionaire,
é uno stadio che grida alè
a chi saluta come il duce frè.
Fosse per me
spaccherei televisori come Goldie
brucerei in piazza i soldi,
ma non è da me che dipende
tutta 'sta miseria che ci prende mi offende;
la mia è una tribù indigena senza foresta,
una generazione sempre in siesta mai in festa,
una frattura scomposta
tra chi fa le cose
e chi gli fa la posta,
é un’illusione speranza di sommossa.
emozioni come terremoto senza scossa,
tra chi si fa le ossa e chi alza la posta
aspettando dalla slot un bar bar bar
O un contratto da star...
questa è la mia età
in una società ubriacata da pubblicità.
Questa è la mia condizione di sobrietà,
in quanto spinto da motivazione,
contro ogni limitazione
è cercare di evitare la tua imitazione
di chi equalizza la felicità
con il cash e l’ambizione,
intanto in strada il ferro fa clack
(qua non è l’America)
qua non c’è il crack
fra...
parliamo face to face:
chiedi ai miei cos’è il free base,
s’ammazzano al tac milioni di tic
cercando changes come Tupac.
Eccoci qui,
figli dei settanta e padri del millennio con i nervi in tilt.